martedì, marzo 01, 2016

la nuova pista ciclabile

E' da parecchio che non uso la bici, un po' perchè all'inizio della gravidanza non ero esattamente in forma, poi è arrivato il freddo e la pancia inizia ad avere un certo volume... in realtà è più una cosa mentale, perchè mia mamma e le mie amiche sono sempre andate in bici col pancione, forse non dovrei arrendermi così.
E il Comune di Torino oggi mi ha dato una buona occasione per rispolverarla.
Dopo mesi e mesi di lavori, marciapiedi rifatti, cantieri in movimento e simili, oggi pomeriggio finalmente ho capito cosa stava succedendo. Non potendo raccordare la ciclabile sul Po lato collina tra strada degli Alberoni e Via Sabaudia hanno ben pensato di rendere il marciapiede promiscuo pedoni e bici nel tratto scoperto dalla ciclabile. Praticamente hanno messo i cartelli e dipinto il marciapiede, rendendo così "legale" una situazione che in realtà era sempre esistita.
Per celebrare l'evento mi sarebbe piaciuto sfoderare una delle mie orride poesie in rima, ma ormai sono settimane che questo post giace nella cartella delle bozze e non mi è venuto in mente niente.
Così ho pensato di celebrare la cosa con l'articolo che è uscito su "la stampa" il 5 febbraio; lo potete leggere qui, il titolo è eloquente: "la nuova ciclabile ha cancellato il marciapiede".
Il primo avviso che mi piacerebbe dare ai geni che hanno intervistato per scriverlo è che, udite udite, il marciapiede c'è ancora e i pedoni lo possono usare, solo che lo condividono legalmente con le biciclette; se questa condivisione è un problema così grosso sappiate che basterà attraversare corso Moncalieri per avere un fantastico marciapiede tutto a disposizione per i pedoni.
Restando in tema di codice della strada, questa perla è da incorniciare: chi si immette in strada tende a controllare solo che non arrivino auto da sinistra. Non c’è l’abitudine a guardare dalla parte opposta. Complimenti vivissimi. Se questi sono i clienti delle attività commerciali della zona (nella fattispecie si parla soprattutto di un supermercato) sono felice di frequentarle poco.
La pista in strada al posto delle auto parcheggiate sarebbe fantastica in un mondo ideale in cui le auto non scambierebbero quella linea gialla disegnata a terra per la segnaletica orizzontale del parcheggio stesso. Perchè è difficile far capire ad un qualsiasi utente della strada che il ciclista della domenica che vuole andare a farsi una passeggiata lo farà volentieri su una ciclabile lungo il Po con 10 metri di dislivello rispetto alla strada, ma chi la bici la usa tutti i giorni per andare al lavoro, a fare la spesa, a prendere i figli all'asilo vorrebbe farlo senza allungare il proprio percorso di qualche km, aggiungendo salite e discese, sassi e stradine sterrate e simili.
Quindi continuiamo pure a protestare per 500 metri (forse scarsi) di pista promiscua; curioso invece che nessuno dei commerciati locali si lamenti per le auto parcheggiate in ogni dove che durante il giorno rendono impossibile la circolazione a tutti gli utenti della strada. Perchè parcheggiare la propria auto accanto ad un dehor che già occupa parte della carreggiata non è un'idea geniale, anche se la lasci solo 5 minuti per un caffè. Perchè parcheggiare su quella che sarebbe una corsia di canalizzazione di un semaforo ingolfa il traffico, anche se l'hai lasciata lì solo 3 minuti per comprare il pane o pagare la bolletta alla posta. Perchè parcheggiare a spina di pesce sul marciapiedi toglie spazio ai pedoni, e penso soprattutto a disabili e mamme con passeggini e carrozzine, da sempre all'ultimo posto nella catena alimentare degli utenti della strada. Perchè parcheggiare alla fermata dell'autobus o nelle sue pertinenze significa far sì che il bus fermi in mezzo al corso, bloccando il traffico e mettendo in pericolo tutte le persone che devono salire e scendere. Oltre a mettere in evidente difficoltà persone anziane, disabili e mamme con prole che si ritrovano a dover gestire dislivelli imprevisti.
Ma tutto questo evidentemente fa il gioco dei commercianti di cui sopra, a differenza del pezzo di ciclopedonale che hanno disegnato sul marciapiede.
Ah, quanto mi piacerebbe andare a letto stasera con la certezza di svegliarmi domani in un paese civile.

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