martedì, giugno 13, 2017

L'estate scorsa, per ovvi motivi, avevo lasciato in garage la bici e avevo passeggiato molto a piedi spostandomi coi mezzi pubblici. Adesso che è arrivata la mia super bici e che mio marito ha montato con successo il motore sono tornata dall'altra parte della barricata e sono bastate un paio di uscite su due (anzi tre) ruote per ricordarmi cosa mi aveva spinta due anni fa a sfornare orride poesie in rima baciata sulle mie avventure ciclistiche sabaude.
Venerdì, mentre stavo raggiungendo un'amica in centro, mi sono dovuta incolonnare dietro un camioncino parcheggiato in doppia fila. Mentre aspettavo diligentemente il mio turno per passare sbuca fuori l'autista che mi consiglia di passare sul marciapiede. Io non avevo voglia di spiegargli che avrei potuto suggerirgli la stessa cosa e che saremmo stati entrambi in torto. O che con 30 kg di bici e 30 kg di bambini non sono agile come una gazzella per salire sul gradino del marciapiede sterzando con un angolo ridicolo di manovra. Gli ho solo detto che sarei passata dalla strada quando fossi riuscita ad infilarmi tra una macchina e l'altra. Mi ha detto "stai attenta". E io ho chiamato a raccolta tutta la pazienza di cui posso essere capace per evitare di mandarlo a remare e passare poi dalla parte del torto.
Questa mattina invece ho discusso con il soggetto di cui avevo già parlato qui, la signora che porta a spasso il cane sulla pista ciclabile. Col guinzaglio lungo 10 metri e il naso per aria passeggiava serena, mentre io inchiodavo vistosamente perché non sono ancora dotata di campanello. Al mio "signora, questa è una pista ciclabile" mi sono sentita rispondere che per i pedoni non c'era posto se non lì. E notare che c'era pure un'auto parcheggiata sulla ciclabile nello stesso tratto.
All'ora di pranzo, mentre raccontavo questo allegro episodio a mio marito, mi si faceva notare che nessuno chiede mai scusa e, dopo un'attenta analisi, ho capito che tutti abbiamo le nostre piccole giustificazioni per infrangere le regole e le riteniamo sicuramente migliori e più valide delle motivazioni che invece hanno quelli che le rispettano. La prossima volta ci vado io sul marciapiede, falcio qualche pedone e un paio di cani e poi pretendo anche di aver ragione. Perchè in fondo qua le piste ciclabili, se ci sono, vengono usate come parcheggi e per muoversi in strada su una bici bisogna avere fegato. Ma quello per fortuna non mi manca.

domenica, giugno 04, 2017

E' da qualche settimana che un misterioso vicino di casa mette i sacchi della raccolta della plastica sul marciapiede già il mercoledì, quando sappiamo tutti benissimo che amiat passerà per la raccolta sabato mattina. Il fenomeno sociologico ovviamente vuole che basti un solo misero sacchettino per farne crescere in fretta la pila e così la scorsa settimana, mentre tornavo a casa dopo aver portato la iena all'asilo, li ho osservati.
E' un'attività che mi diverte sempre molto: avevo già spiegato qua che la raccolta della plastica è, secondo me, la più difficile e che il giusto conferimento dei manufatti non è cosa semplice. Di solito la prima cosa che noto sono i sacchetti utilizzati: spesso la plastica viene buttata via in sacchi di mater-bi del supermercato, mater-bi che invece risulta essere piuttosto un inquinante della raccolta. A volte invece vengono usati i classici sacchi neri della spazzatura, quando invece bisognerebbe utilizzare dei sacchi in plastica semitrasparente (come si spiega anche qui, dove tra l'altro si ricorda anche che Amiat distribuisce una fornitura annuale di sacchetti ad ogni utenza sia domestica che non domestica, basta andare a ritirare i rotoli negli ecocentri indicati nel link) per dar modo all'operatore di valutarne sommariamente il contenuto e non caricare dell'indifferenziato al posto della plastica.
Questa volta invece il sacco era giusto, ma vi invito a trovare l'intruso e ad aiutarmi a rispondere alla fatidica domanda: secondo voi cosa suggerisce all'utente che si tratti di un imballaggio in plastica?


giovedì, giugno 01, 2017

Domenica tu e la tua famiglia tornate da una bella gita in montagna all'ora di cena; nessuno ha voglia di muovere un muscolo per cucinare ed è decisamente troppo tardi per sperare che la solita pizzeria da asporto ve la porti a casa prima delle 22. Cosa fate?

Soluzione: 2 click sulla giusta app e in mezz'ora arrivano a casa 3 pizze. Tra l'altro pure molto buone.

La pizza è finita, restano tre scatole da smaltire sul piano cottura: dove le butti?

Soluzione: questa non ve la scrivo subito, aspetto i vostri suggerimenti nei commenti :-)