venerdì, agosto 25, 2017

È finita la vacanza: ormai siamo rientrati da Copenaghen e vorrei mettere nero su bianco le mie impressioni fresche fresche sulla città, sulla Danimarca in generale (per quel poco che ho visto), sui danesi e altri pensieri sparsi. Non posso pensare che un italiano che rientra a casa dopo un periodo di vacanza in questi posti non desideri vivere a Copenaghen. Che da abitante avrà tutti i suoi difetti e le sue magagne che ai turisti restano nascoste, però a chi non piacerebbe vivere in un posto dove:
- la possibilità di spostarsi in città senza avere un'auto non è un'utopia o un'impresa disperata, ma una realtà concreta
- tutti possiedono una bicicletta e la usano come mezzo di trasporto e non come diversivo della domenica
- le piste ciclabili stanno tra il marciapiede e la carreggiata, laddove hanno davvero senso
- alla biglietteria di un museo ti spiegano che se porti dei bambini in visita paghi il ridotto. Alla facciazza tua, cara signora di Palazzo Chiablese
- i bagni pubblici nei parchi sono più puliti di quello di casa mia, col sapone nel dispenser appoggiato al lavandino, la carta igienica e quella per asciugare le mani e, udite udite, il fasciatoio
- i prati sembrano tagliati da un barbiere, non c'è una foglia fuori posto, tutto anche se la gente può calpestarli e usarli per stendersi a riposare o per fare un pic nic
- tutti parlano un ottimo inglese, giovani e meno giovani, e se non capisci la loro lingua non ti guardano come se fossi un alieno
- hanno inventato i Lego, anzi, le crostruzioni come dice la piccola iena.
Ovviamente non vedo l'ora di tornarci! Mi sono innamorata di tutto, specialmente della loro altissima considerazione per i piccoli: è tutto fatto per i bambini, pensato e progettato anche per il loro benessere, soprattutto per il loro benessere. E una società che pensa ai bambini è una società che guarda al futuro con positività e progettualità: quei bambini sono già oggi cittadini e saranno gli elettori di domani.
A breve un post su Legoland a Billund e sul meraviglioso holiday village.

Ndr: questo post l'ho scritto ormai una settimana fa, sull'aereo di ritorno dalla Danimarca, quindi prima di leggere questo, proprio ieri sul giornale. Dopo il post su Legoland ne arriverà un altro sulle mille cose che l'amministrazione Appendino potrebbe fare per i bambini prima di far mettere i fasciatoi nei locali, dove, per altro, sono già presenti molto più che altrove, almeno nella zona centrale della città.

sabato, agosto 12, 2017

Guardo fuori dalla finestra della nostra casetta di Copenaghen. Non è proprio proprio nostra, o meglio, lo sarà per questa settimana, potere di Airbnb. È la casa dove vive di solito Stefan, un tizio col quale mi sono solo scambiata email: per entrare ho digitato un codice su un tastierino e la chiave della porta era, come da copione, sotto lo zerbino. Sempre che si possa definire serratura quello scattino che fa la porta per chiudersi.
Dicevo, guardo fuori dalla finestra: il cielo è grigio, pioviggina e diresti che è ottobre. Le biciclette sfrecciano su piste ciclabili larghe quanto Corso Vittorio, incuranti della pioggia e del freschetto. Chiedo al programmatore se, magari in un'altra vita, non gli sarebbe piaciuto vivere in un posto così, con le finestre al piano terra senza inferriate, una porta di cartone con una serratura che non esiste, una cargo bike col tettuccio per la pioggia con cui sfrecciare senza strombazzare alla signora col cane o all'ennesima auto parcheggiata. Ok, abbiamo fatto una mini spesa al discount e abbiamo speso quasi l'equivalente di 40 euro, ma la felicità da qualche parte si paga. Copenaghen trema, da domani inizia la vacanza.

martedì, agosto 08, 2017

C'era una volta una domenica di agosto a Torino una allegra famiglia - mamma, babbo, una iena e un guerriero - che aveva deciso di organizzare una gita in bicicletta. Un pic nic al Valentino là dove erano già stati tante volte, proprio lo stesso posto dove a pasquetta i vigili gli avevano detto di mettere via il pallone perchè era vietato giocare a palla.
L'allegra famiglia arriva sul posto e subito capisce che è davvero il mese di Agosto: l'area è quasi deserta, all'orizzonte solo due amiche che pranzano e una mamma con due figli. Il resto è solo pace e silenzio. Apparecchiano la tavola e mangiano serenamente, poi la iena e il guerriero vogliono correre sul prato, il babbo li insegue e la mamma si riposa sulla coperta. Erano le 14 e tutto andava bene.
Ma ecco all'orizzonte due vigili - questa volta niente pallone - e la famiglia pensava di essere al sicuro. E invece no: "cara famiglia, deve sloggiare, su questo prato non si può stare; il cartello all'ingresso non mente: no pranzi, no bivacchi, niente di niente. Questa è area di pregio all'interno del parco, per la vostra gita andate verso l'arco".
L'allegra famiglia carica la bici e si sposta senza fiatare. E vissero tutti felici e contenti.

La morale della favola è che la legge è uguale per tutti e se è vietato è vietato. Anche se a Pasquetta non lo era, solo giocare a pallone. Mah...
La vera morale però è che la legge non è uguale per tutti perchè, dove ti giri ti giri, al Valentino c'è sempre qualcuno col naso per aria, su una panchina o sul prato, che non è lì per caso, non sta studiando le piante o contando i piccioni, ma probabilmente aspetta qualcuno per fare affari. E non vende noccioline per gli scoiattoli. Allora, cari vigili, io rispetto il vostro lavoro e mi sposto se non posso stare lì, però voi, per rispetto di tutte le persone che vorrebbero godersi il parco con la famiglia, potreste fare qualcosa di serio per il decoro del Valentino.