martedì, gennaio 26, 2016


Oggi vorrei raccontarvi qualcosa del libro che ho scelto come tag per i post sulla mia gravidanza: il pancione della mamma, di Jo Witek, tradotto da A. Marcigliano ed edito da Gallucci. Vi piace eh? Sembra tanto carino... bè è in ristampa ormai da alcuni mesi ed è impossibile recuperarlo, se non in biblioteca. E anche qui, parliamone. La copia a disposizione della biblioteca dove vado di solito con la piccola iena doveva rientrare il 3 dicembre, ma voi l'avete più vista? A chi non piacerebbe mettere le mani aggggratis su un libro in ristampa?
Quando finalmente sono riuscita a farlo arrivare da un'altra biblioteca della cintura di Torino e a metterci le mani sopra sono rimasta un po' delusa, lo ammetto. Ho aspettato così tanto prima di poterlo sfogliare che chissà cosa mi aspettavo! Però la prima lettura con la piccola iena mi ha fatto capire per l'ennesima volta che adulti e bambini hanno due sensibilità completamente diverse. Lo adora e adesso non so bene come faremo l'8 febbraio a riportarlo indietro, ma giuro che lo farò, per dare la possibilità ad altri bimbi di poterlo leggere insieme alle loro mamme panciute.
E' molto poetico, sono i pensieri di una bimba che osserva la pancia della mamma crescere e attraverso le finestrelle si può anche vedere il bimbo dentro che diventa sempre più grande.
All'inizio della gravidanza ero un po' spaventata da come l'avrebbe presa la iena, dopo praticamente 3 anni di esclusiva e tanto tempo e tante attenzioni tutte per lui e che adesso si troverà a dover dividere con un altro esserino. Così, vista la sua passione per i libri, ho subito pensato di cercare qualcosa sull'argomento da leggere insieme e parallelamente qualcosa per me. Io ho scelto "Benvenuto fratellino, benvenuta sorellina" di Giorgia Cozza, edito da Il leone verde. Non l'ho finito, ad una trentina di pagine dalla fine mi ero un po' stancata di leggere sempre sostanzialmente le stesse cose. Interessanti, per carità, però sempre le stesse, dette magari in modo un po' diverso, ma mi aspettavo qualcosa di più.
Per lui invece abbiamo ripiegato su "E' in arrivo un bambino" di John Burningham ed Helen Oxenbury, tradotto da Duccio Viani ed edito da Motta junior. Anche in questo caso io sono rimasta perplessa, mentre la iena ha voluto leggerlo a ripetizione per settimane e ancora adesso ogni tanto lo chiede.
Pensavo che non avrebbe capito bene cosa stava succedendo finché la pancia non sarebbe stata evidente e magari avrebbe potuto sentirlo calciare o muoversi, ma mi ha ancora una volta stupita. Credo che abbia più o meno capito, ovviamente non si rende ben conto di cosa vorrà dire l'arrivo di un bimbo, ma sa che nella pancia della mamma c'è un fratellinosorellina che cresce.
Oggi sono andata a fare la morfologica e, al ritorno a casa, gli ho fatto vedere le foto, in una si vede bene il profilo della testa e della colonna vertebrale. Mi è sembrato contento e alla fine ha detto che quando esce il fratellino dalla pancia della mamma ci entra samu. Ecco, magari c'è ancora un po' da lavorare :-)

sabato, gennaio 23, 2016

Continuo con la simpatica carrellata sui materiali e oggi vi racconto qualcosa sul vetro.
Nel nostro immaginario i rifiuti più persistenti in natura sono quelli di plastica, emblema di come la chimica e l'ingegno umano possano creare disastri. La prima notizia di oggi quindi è che non è vero: il vetro infatti è estremamente tenace e i suoi tempi di degradazione in natura sono di qualche migliaio di anni. Basterebbe pensare al materiale di partenza e al fatto che siamo soliti chiamare quella famiglia di sostanze inerti, ossia che non reagiscono con niente. Diventa quindi difficile pensare alla degradazione di un materiale fatto principalmente di sabbia e da qui i tempi biblici di persistenza del vetro in natura. E sempre da qui l'importanza fondamentale di conferire questo materiale nei contenitori della differenziata, proprio per evitare a bottiglie e vasetti un triste destino millenario in discarica.
C'è da dire che la raccolta del vetro forse è una delle più facili, oltre ad essere piuttosto radicata nelle abitudini di ognuno, forse perché il vetro può diventare pericoloso se rotto e ci viene quasi "spontaneo" isolarlo dagli altri rifiuti e maneggiarlo con cura.
Nel nostro paese, a differenza di altri paesi, soprattutto nel nord Europa, il vetro si raccoglie in appositi contenitori indipendentemente dal colore; questo fa sì che il vetro che si ottiene riciclando i rottami non potrà risultare incolore, ma piuttosto verrà colorato di verde o marrone in modo da ottenere un prodotto uniforme. Per ottenere il vetro incolore bisognerebbe partire da rottami incolore isolati e questo avviene solo laddove il vetro viene raccolto già separato per colore, usando contenitori come questi.


Foto presa da questo carinissimo post di una blogger ecologista :-)

Il riciclo del vetro, oltre agli innegabili pregi a livello ambientale, permette anche un notevole risparmio energetico dal momento che fondere rottami di vetro richiede meno energia rispetto alla fusione della sabbia silicica.
Il vetro poi è il materiale che meglio si presta al riutilizzo: è infatti estremamente facile da lavare ed igienizzare anche in casa e, usando nuovi tappi, i vasetti possono diventare i contenitori ideali per i prodotti della dispensa, per conserve, marmellate e affini. Nel caso del vetro possiamo parlare anche di un riutilizzo su scala industriale ed è quello che chiamiamo vuoto a rendere: ormai viene utilizzato quasi esclusivamente per l'acqua nei locali pubblici, ma è un ottimo sistema per ridurre i rifiuti utilizzando imballaggi "intelligenti". Le bottiglie vengono infatti lavate, igienizzate, nuovamente riempite, etichettate e tappate; le ritroviamo poi sul tavolo del ristorante, magari un po' graffiate all'esterno, ma ancora assolutamente funzionali.
A proposito di tappi: qui a Torino vetro e lattine fanno la stessa fine, quindi i tappi si possono tranquillamente buttare nello stesso bidone di bottiglie e vasetti, ma se nel vostro comune è in vigore la cosiddetta raccolta multimateriale leggera (plastica e metalli) il vetro va separato dal metallo.
Ispirata invece dal mio contenitore condominiale aggiungo che, a meno che non abbiate un fantastico sacco in vetro dentro cui buttare le vostre bottiglie, nel bidone del vetro si butta materiale sfuso, non in sacchi di plastica o di carta, perché entrambe le sostanze risulteranno essere degli inquinanti della raccolta.
Anche in questo caso poi vale quanto già detto per gli altri materiali: i rifiuti fatti di più materiali diversi indivisibili tra loro non si conferiscono nella raccolta differenziata (ad esempio una lampadina ad incandescenza, che va conferita col rifiuto indifferenziato) e lo stesso dicasi per i RAEE che contengono vetro (lampadine a risparmio energetico, neon, lampadine a led, televisori e monitor che vanno assolutamente conferiti negli appositi cassonetti presenti presso le isole ecologiche).
E ricordiamoci che non tutti quello che cadendo si rompe è vetro, quindi niente terracotta o ceramica nella raccolta differenziata.
Queste mi sembra davvero le uniche accortezze da adoperare nella raccolta del vetro: è un materiale molto facile da riconoscere e buttarlo nel cassonetto giusto è un gioco da ragazzi :-)

mercoledì, gennaio 20, 2016

Chi saranno le 152 persone residenti quasi tutte in Polonia che nel giro di qualche giorno hanno fatto impennare le misere statistiche del mio blog? Ma soprattutto, cosa ci trovano di così interessante nel post sull'uso di iuiutub da parte della piccola iena?
Sicuramente c'è sotto qualcosa di automatico, però sono davvero curiosa :-)
Ai posteri (o agli esperti di blogger) l'ardua sentenza.

venerdì, gennaio 15, 2016

Vi avevo detto che sarei tornata a parlare del rapporto tra la piccola iena e la tv e così rieccoci qua per il secondo episodio :-)
La premessa a questo secondo capitolo è Chromecast, un acquisto che abbiamo fatto giusto un paio di mesi fa, dopo aver sottoscritto il nostro abbonamento a Netflix. Chromecast, per chi non lo sapesse, è un prodotto dell'universo di Google e si tratta di una chiavetta dalla forma un po' cicciotta che si collega alla porta usb della tv. Installando un'app sullo smartphone o un componente aggiuntivo per chrome su pc o laptop potete inviare sulla tv tutto quello che altrimenti vedreste su un altro schermo, godendovi lo spettacolo comodamente seduti sul divano e in dimensioni umane.
Se all'inizio avevamo pensato all'acquisto proprio nell'ottica di Netflix (installando l'app sullo smartphone praticamente lo puoi usare come un telecomando, scegli il film/la serie/il documentario che vuoi vedere, lo invii alla tv e il gioco è fatto), ormai l'uso di Chromecast è letteralmente monopolizzato dalla piccola iena. Ha infatti, nostro malgrado, piena consapevolezza del fatto che tutto quello che si vede su iuiutub lo si può proiettare sulla tv, per vederlo grande e bello dal divano.
Ed eccoci arrivati alla nostra sorgente inesauribile di video per il pre-cena, iuiutub appunto :-)
In principio erano i cartoni animati della pimpa (delle cui avventure cartacee la piccola iena è un fan sfegatato), poi sono arrivati i video che assecondano le sue passioni, prima tra le quali quella per la musica. Non so più neanche io quante volte ci siamo visiti il video di Zach's song, dal finale del film di Richard Linklater School of rock (se non l'avete visto dovete vederlo!) e il video della reunion del cast che canta a 10 anni dall'uscita del film. Poi, continuando con le passioni musicali della iena, siamo passati al malefico canale delle coccole sonore, sul quale si possono trovare i video di un sacco di canzoncine che canta anche all'asilo: la sua hit preferita è fra martino campanaro.
La piccola iena però ha anche delle passioni nascoste: nel periodo di expo siamo stati 3 volte a Rho e lui si è appassionato all'albero della vita in modo direi morboso. Ogni tanto parte a raccontare lo spettacolo di giorno, col fiore che si gonfia e quello di notte, con le luci e le fontane, la musica, la gente, i fiori e i ventagli colorati... chi l'ha visto sa di cosa sto parlando. Ecco, se vi siete goduti lo spettacolo attraverso lo smartphone di quello davanti a voi sappiate che la sua ripresa è stata la nostra salvezza: su iuiutub è pieno di video e la iena ne ha visti buona parte. Vedere spettacolo albero della vita di giorno/di notte: questa la richiesta precisa. E lui si ipnotizza lì, tra luci, musiche e fontane, fiori che si gonfiano, proiezioni e laser: è impressionante vedere che effetto fa uno spettacolo del genere agli occhi di un bimbo che non riesce a darsi una spiegazione "logica" di tutto questo.
E concludiamo in bellezza con lo show preferito della iena: le ginnaste. Ora, io da bambina ci ho provato a fare ginnastica artistica, ho frequentato per diversi anni un corso di avviamento a questo sport strabiliante, ma mi era perfettamente chiaro il fatto che non avevo nè la fisicità nè la testa per un sport del genere. E' stato divertente, è stato bello provarci, ma adesso mi limito a guardarlo in tv e qualche volta dal vivo; così quando quest'anno in autunno hanno fatto gli assoluti qui a Torino al Palavela ci siamo andati e abbiamo portato anche la iena. Abbiamo visto le finali di specialità una volta dal vivo e non so più neanche io quante volte sulla tv, grazie sempre a iuiutub. Ormai non mi stupisco neanche più quando Erica Fasana cade durante l'esercizio alle parallele asimmetriche o quando Tommaso De Vecchis perde il polsino durante l'esercizio al cavallo con maniglie.
La piccola iena dice "guardare ginnaste su iuiutub con bandiera italiana e simbolo olimpiadi bianco sul muro rosso" e già sai cosa vuole vedere. Ogni tanto ci provo a proporgli qualche altro video sull'argomento, ho tentato anche con le farfalle della ritmica, ma niente, lui vuole proprio quel video lì con il simbolo olimpiadi e tutto il resto.
Insomma, internet è di nuovo una miniera alla quale attingere: nel nostro caso è stata soprattutto un modo per assecondare le passioni della piccola iena; avete visto che non sempre si tratta di contenuti prettamente pensati per l'infanzia, però sono cose che gli piacciono molto e sono comunque contenuti che mi sembrano adatti anche ad un bimbo della sua età. Ok forse Jack Black che salta sul palco cantando "if you wanna be the teacher's pet well baby you just better forget it" non è proprio pensato per lui, però dovreste vedere come lo imita bene con la sua chitarra rossa in mano :-)



sabato, gennaio 09, 2016


E dopo la puntata sulla carta parliamo del materiale di cui sono perdutamente innamorata, forse anche merito del professore di polimeri che ho avuto all'università e che mi ha fatto decisamente rivalutare la chimica organica. Dai che avete capito di cosa sto parlando... ma ovviamente della plastica! Anzi delle plastiche.
Conoscete una famiglia di materiali più affascinanti di questa? La plastica ha tutte le caratteristiche del materiale dei sogni: è leggera, è facile da plasmare, ci si può fare quasi tutto, è robusta, la possiamo colorare, usare per fare grossi oggetti o pellicole sottilissime, è possibile filarla: cosa volete di più?
Eh, che fosse biodegradabile o quanto meno un po' meno tenace di quello che è, ad esempio. O che fosse almeno più semplice ed economico avviarla a recupero. E per fare questo scendiamo ancora di un gradino e diciamo pure che la gente imparasse a differenziarla correttamente per rendere queste operazioni un po' più semplici.
Perchè se con la carta le cose tutto sommato non erano così difficili, con la plastica bisogna avere un occhio di riguardo in più, nulla di impossibile ovviamente, ma occorre fare attenzione e seguire qualche semplice regola.
Innanzi tutto occorre ricordare che i consorzi di filiera nascono per garantire il recupero e il riciclo degli imballaggi e, se questa cosa per gli altri materiali si è un po' persa per strada, resta invece sempre valida per la plastica, nel cui contenitore quindi potremo conferire solo e soltanto i contenitori delle cose che acquistiamo.
Questo concetto è fondamentale per capire cosa si può buttare nel bidone della plastica e cosa no, insieme all'idea del monomateriale: se ci troviamo in mano un imballaggio fatto di più materiali indivisibili, questo non si butta nella raccolta della plastica, anche se questo è il materiale più presente.
Il termine "imballaggio" può sembrare un po' troppo tecnico, ma in realtà possiamo declinarlo in modo molto semplice, dicendo che chiamiamo imballaggio tutto ciò che avvolge e impacchetta i prodotti che acquistiamo. L'unica deroga che viene fatta a questa definizione nell'ambito della raccolta della plastica è l'acquisto stesso di imballaggi: i piatti e i bicchieri di plastica usa e getta (non le posate di plastica). Si tratta di una deroga abbastanza recente, visto che sono stati ammessi alla raccolta della plastica solo qualche anno fa.
A volte poi gli imballaggi sono più di uno: pensate al fardello delle bottiglie di acqua, dove troviamo sia l'imballaggio vero e proprio del prodotto acquistato (la bottiglia) che l'imballaggio che tiene insieme le bottiglie. In questo caso ovviamente possiamo buttarli entrambi nella raccolta del plastica.
Non mi soffermerò troppo sulle diverse plastiche presenti sul mercato, vi basti sapere però che alla resa dei conti non è così importante riuscire a distinguerle perchè le 6 che si possono conferire nella raccolta della plastica sono le più comuni, le più usate e sono proprio quelle che vengono utilizzate per fare imballaggi.
In conclusione quindi possiamo dare qualche semplice regoletta:
- solo plastiche utilizzate per confezionare i prodotti che acquistiamo; includiamo in questa famiglia anche il polistirolo espanso (quello bianco che si sbriciola), per lo meno quando parliamo di raccolta domestica
- le plastiche devono essere più o meno pulite, è sufficiente sciacquarle sotto l'acqua prima di buttarle nel bidone
- non si buttano nella plastica rifiuti elettrici ed elettronici, pur se ripuliti della parte interna (il case di un pc, la carcassa di una tastiera, di una stampante e simili)
- non si buttano nella plastica (e quindi non si usano neanche come sacchetti per buttarla) tutti i sacchetti che non sono fatti di plastica, quindi niente mater bi, niente plastiche oxo biodegradabili (hanno diversi nomi commerciali, ma basta leggere le indicazioni sul sacchetto stesso), ma solo sacchetti di plastica, riciclata o vergine non importa
So che la domanda che molti di voi si fanno a questo punto è: ma cosa succede dopo il sacco della plastica? Forse ci è più facile immaginare il riciclo della carta, una cosa che magari da bambini in piccolo abbiamo provato a fare, dei metalli, del vetro, ma la plastica?
In sintesi, dopo aver verificato la bontà del campione di materiale arrivato all'impianto (ecco perchè è importante che tutti la facciano bene! un brutto errore fatto da una persona sola può compromettere un intero lotto, dal momento che le analisi merceologiche vengono fatte a campione) la plastica viene triturata, lavata, separata per tipo e infine riciclata. A differenza di quanto accade per vetro e metalli però, la plastica perde alcune delle sue caratteristiche di partenza quando viene rilavorata e difficilmente viene riutilizzata per fare le stesse cose dalle quali si era partiti. Riciclare la plastica costa energia, costa in materiali (bisogna aggiungere materiale vergine) e il risultato finale non sarà mai all'altezza del materiale di partenza. Ricordiamoci sempre questa cosa, ogni volta che al supermercato acquistiamo un imballaggio di plastica.
Ah, e sfatiamo ancora una volta la leggenda metropolitana: i numeri misteriosi che trovate spesso sugli imballaggi di plastica non rappresentano nè il numero di volte che è possibile riciclarlo, nè il numero di volte che è possibile lavarlo e riutilizzarlo. Il numero inserito all'interno di un triangolo fatto di frecce indica semplicemente il tipo di plastica, mentre altri numeri scritti in sequenza dentro cerchi o piccole tabelline spesso indicano lo stampo e la posizione della forma utilizzata. Questa informazione è fondamentale in fase di controllo qualità, per individuare facilmente i problemi di stampaggio.
Spero di avere dato voce a tutti i vostri dubbi sulla raccolta della plastica, ovviamente se avete qualcosa da chiedere potete usare i commenti e cercherò di dare una risposta.

domenica, gennaio 03, 2016

Come si formano i gusti di una piccola iena? Me lo chiedo spesso, soprattutto quando vedo giocare vicini mio nipote e la iena, poche ore di differenza alla nascita e anni luce di distanza adesso che hanno quasi 3 anni.
Mio nipote adora tutto ciò che va su ruote, in particolare i camion, costruisce garages, mette in fila macchinine ed elicotteri, ha una nave pirata. Ha iniziato a parlare piuttosto presto e adesso lo fa davvero bene, è molto fisico, salta e corre, cammina da quando aveva 10 mesi.
Ecco, la mia iena è l'esatto contrario e, se una volta quando li vedevo vicini pensavo di aver dato alla luce il principe dei cretini, adesso ho capito che sono solo molto diversi, ma non mi è ancora chiaro quanto ci sia di caratteriale e quanto contino invece le proposte dei genitori. Non saprei dirvi bene neanche io come tutto è iniziato, forse è colpa nostra che l'abbiamo portato a sentire i Persiana Jones quando aveva 4 mesi, ma la iena ha sempre mostrato uno spiccato interesse per la musica.
Il suo giocattolo preferito è una chitarra rossa di legno, regalo dello scorso natale: ogni mattina quando si alza la cerca ed è la prima cosa sulla quale si lancia quando rientriamo a casa. Mentre aspettiamo l'autobus per tornare dall'asilo e io gli dico "samu, si vedono gli occhietti del seisette, lo chiami tu?", lui parte col nastro "Seiseeetteeee, ci porti a casa a Torino dalla chitarra rossa?". Dopo la chitarra sono arrivati tanti altri strumenti musicali più o meno rumorosi, registratori, batteria (ha giusto finito di distruggere l'ultimo pezzo rimasto la scorsa settimana) e una delle sue attività preferite è specchiarsi mentre si atteggia suonando uno qualsiasi degli strumenti a sua disposizione. Conosce un sacco di termini tecnici perché, ormai più di un anno fa, nella libreria di mio marito ha rinvenuto questo libro (e viste le condizioni in cui versa la nostra copia spero che il prezzo di 70 euro proposto da quel venditore Amazon sia uno scherzo...). Il libro delle chitarre. L'ha distrutto a forza di sfogliarlo, ha studiato le pose di Chuck Berry, gli accordi e tutte le varie tipologie di chitarre, pretende che gli si leggano pagine e pagine di amplificatori e simili e ormai è diventato un esperto del settore. I concerti sono il massimo della vita, dal vivo ne abbiamo visti diversi insieme e anche su iuiutub ne abbiamo passati parecchi. Insomma, è una piccola iena musicale e tutti ci dicono che dovremmo fare qualcosa per assecondare questa sua passione perché suona, canta e da poco ha iniziato anche ad andare a tempo mentre canta e suona insieme (ovvio che suona a caso, ma almeno tenendo il tempo); ci stiamo lavorando, appena avremo capito cosa offre la scena locale lo iscriveremo ad un corso di musica che però sia una cosa prima di tutto divertente e giocosa, non lo vogliamo far diventare un bimbo dell'accademia Suzuki ecco.
Il giorno di Natale abbiamo pranzato a casa dei miei zii e, dopo la tradizionale apertura dei regali, mio zio ha ben pensato di mostrarci il suo regalo di Natale direttamente sulla tv collegata ad un super impianto audio regolato ad un volume da lite condominiale. Un concertone dei Pink Floyd.
Il resto è come se l'avessi già scritto vero? Mentre noi nipoti, con una scusa o l'altra, ci siamo dati alla macchia, la iena è rimasta lì sulla sedia, ipnotizzata dalla tv e dal concerto del muro, la chitarra sul muro, le luci, i martelli che camminano e chi più ne ha più ne metta. Continua a parlarne ancora adesso, vuole che gli disegni il muro, vuole rivederlo su iuiutub, ...
Ma l'apice l'abbiamo raggiunto ieri mattina: stava giocando nella sua cameretta mentre io avevo ancora gli occhi cisposi e stavo cercando di svegliarmi con mezzo litro di te al tavolo della cucina. Lo sento arrivare di corsa nel tinello. Appoggia per terra una scatola di lego duplo, mi guarda e dice "vuoi fare* il muro dei pic floi". Mi va di traverso il te e penso che l'abbiamo perso.

Tornando invece su un piano più culturale vi segnalo che per Natale gli abbiamo fatto avere anche un libro che sta letteralmente adorando, l'abbiamo già letto un milione di volte e penso che la situazione potrà solo peggiorare :-) Prima della prima. L'orchestra si veste, di K. Kuskin e M. Simont, tradotto da S. Ragusa e pubblicato in italia da Terre di Mezzo. Si tratta di un libro illustrato uscito negli USA nel 1982 e inedito in Italia fino a questa primavera, ha vinto anche diversi premi per la letteratura dell'infanzia, tutti meritatissimi. La pagina di Amazon lo consiglia a partire da 5 anni, ma non è mai troppo presto per seguire le gesta di 105 musicisti che si preparano per un concerto: chi fa il bagno, chi la doccia, chi si asciuga in piedi e chi seduto, chi usa il borotalco, chi si spunta la barba, ... insomma scopritelo voi.

*non siamo ancora riusciti a far capire alla iena che lui è io e non tu e che quando vuole dire qualcosa lo deve fare in prima persona e non in seconda. Per adesso quindi o vuoi fare o Samu vuole, io non esiste!

venerdì, gennaio 01, 2016

C'è questo libro di Charlie&Lola che ha il titolo del post: Lola ha sentito alla tv che nevicherà e non si stacca più dalla finestra finché non vede i primi fiocchi che cadono. E a quel punto inizia a dire al fratellino che devono andare fuori a giocare, ma è mezzanotte e per terra ancora non c'è neve per giocare, così lui la convince a tornare a letto e la mattina dopo tira giù tutta la famiglia dal letto perché vuole andare al parco a giocare. Tranquilli, non vi voglio rovinare la sorpresa, non vi racconterò come va a finire, potete leggerlo o guardarvela qua sotto.


Anche l'omino delle previsioni del tempo di qui dice che domani nevica, ma io non so bene se crederci o no. Non ho intenzione di aspettare alla finestra tutta la notte, anche perché pare che inizierà domani in tarda mattinata e sinceramente non credo di poter vegliare per ore in attesa della neve.
Questo nuovo anno è iniziato in modo davvero singolare, i miei genitori sono partiti alla volta della Lombardia per una breve fuga in solitaria, loro che erano soliti preparare cenoni luculliani per decine di invitati, noi siamo stati a cena da una coppia di amici e abbiamo scoperto solo adesso di aver stappato lo spumante con un minuto di anticipo, vatti a fidare della tv e oggi, dopo il pranzo a casa di amici, sia io che mio marito volevamo solo collassare sul divano morti di sonno. Sono le 21.30 del primo gennaio, la piccola iena dorme da un'ora (il salto del pisolino pomeridiano è sempre fatale), mio marito da mezz'ora e io ho dormito prima di cena e adesso sto guardando in tv l'ennesima replica di Grey's Anatomy. C'è la puntata della voragine.
Alla luce di queste premesse cosa posso attendere per domani, oltre alla neve? Che gli uomini di casa si riprendano, questo è sicuro. Alla iena basterà una bella notte di sonno, a mio marito non so, ormai sono 2 mesi che ne ha sempre una, tra placche, raffreddore e stomaco in subbuglio quasi non lo riconosco più: da domani quindi mi piacerebbe ritrovarlo in salute.
Lola adora la neve e vorrebbe averla tutti i giorni, allora Charlie le spiega che se ci fosse sempre la neve farebbe freddo, non potrebbe andare al mare o indossare il suo vestito a righe preferito. E' proprio vero: quando succede qualcosa che ci piace vorremmo non finisse mai e invece deve finire perché altrimenti non potremmo goderci le giornate di sole e il vestito a righe.
Quando passiamo una bella giornata vorremmo che tutta la vita fosse così e invece non può e non deve essere così, perché ci abitueremmo ad essere felici e finiremmo per non esserlo più.
Aspettiamo la neve anche noi allora, per la iena sarà bellissimo: non l'ha praticamente mai vista e poi tutti i bambini adorano la neve. I grandi invece la vedono bene solo in cima alle montagne, in città sembra solo una scocciatura; sarebbe bello tornare a vedere le cose per quello che sono tralasciando il contorno. La neve è un fenomeno che ha bisogno di particolari condizioni di temperatura, umidità e pressione, una specie di piccola magia. Che noi non siamo più capaci di vedere.