martedì, maggio 15, 2018


L'incipit ormai è sempre lo stesso: ho due post a metà nella cartella delle bozze, un altro paio di post da scrivere in seguito alla nostra vacanzina parigina, ma stamattina volevo scrivere altro...

180000 km in 9 anni scarsi, due figli imbarcati, il vai e vieni da e per la Romagna, mille tragitti Castiglione/Torino, qualche tour lavorativo in Liguria, la pioggia, la neve, la Spagna, il campeggio, i pic nic sul sedile, un paio di botte, un family sticker che non abbiamo mai aggiornato pensando "tanto tra un po' la cambiamo" e ieri è arrivato il giorno: abbiamo lasciato al ritiro veicoli usati il Mauris e siamo tornati a casa con la nostra macchina nuova. Ancora non ha un nome, ma glielo troveremo presto: intanto ha una targa speciale- FP, come fatina&programmatore- è bianca, ibrida e super tecnologica. E' il nostro futuro e un po' ieri mi sono sentita come Claire che parte con la sua nuova Prius nel finale di serie più bello del mondo: quello di Six Feet Under (e no, non ho messo nessun spoiler alert perchè, se ancora non l'avete vista, ve lo siete meritato).
La iena, seduta sul suo seggiolino mentre aspettavamo che il programmatore ritirasse la fattura, mi ha detto "mi escono le lacrime" e ha iniziato a piangere disperatamente. E anche io forse avevo gli occhi lucidi, perché in fondo l'auto è l'unico essere non vivente che entra a tutti gli effetti a far parte della famiglia: è lei che ci porta, nella maggior parte dei casi, a vivere la vita, a costruire i ricordi, come diceva Tim Riggins nell'altra serie del mio cuore.
E' dura lasciare andare un pezzo della nostra vita che conosciamo bene, che abbiamo imparato ad addomesticare: ad occhi chiusi il programmatore l'avrebbe potuta rimettere in garage, avevamo imparato a riconoscere tutti i suoi rumori, la playlist della chiavetta usb che tenevamo attaccata alla radio, la voce robotica del navigatore che ci guidava a casa o chissà dove. Conoscevamo ogni piccola ammaccatura, ogni graffietto, ogni centimetro della sua carrozzeria grigia scura, ogni anfratto del bagagliaio dentro cui poter stipare cose quando si partiva per le vacanze. E adesso bisogna rifare tutto da capo, bisognerà imparare a conoscere questa nuova auto: sono passati tanti anni da allora, ma mi sono tornate in mente delle cose che mi scrisse il programmatore quando ancora non ci eravamo neanche mai visti e lui aveva appena venduto la sua prima auto per la Polo grigia, quella che avevamo sostituito col Mauris 9 anni fa. Mi diceva che quella macchina, a differenza della sua Uno, poneva tra lei e lui un sacco di cose elettroniche: lo diceva solo perchè non sapeva che nel 2018 ci saremmo comprati un'auto che pare un computer, che non ha più neanche la chiave da girare, il cambio automatico e un cruscotto che assomiglia più ad un videogioco che altro.
All'inizio saremo super attenti con il nostro gioiellino: niente piedi sui sedili, niente briciole, bloccheremo le porte del garage per farla andare a nanna la sera e avremo un occhio di riguardo per gli spigoli degli sportelli. Poi piano piano anche lei diventerà un membro della famiglia e impareremo a maneggiarla con più naturalezza e inizieremo a viverla per davvero, mangiando biscotti e spargendo libri e giochi sul sedile posteriore, tra i due seggiolini dei bimbi. Il programmatore sarà più sicuro alla guida e nel parcheggio e insieme andremo in posti nuovi e sconosciuti, alla scoperta del mondo e a crearci altri ricordi, perchè la vita continua anche dopo il Mauris. Per la iena ieri abbiamo lasciato in concessionaria un pezzo della famiglia: l'auto sulla quale è cresciuto, quella che metteva in garage sulle ginocchia del programmatore. E' difficile spiegargli che adesso inizia una nuova avventura, però i bambini si adattano anche in fretta ai cambiamenti, siamo noi che a volte ci affezioniamo al nostro mondo e, quando ne sostituiamo un pezzo, in fondo lasciamo anche un pezzo di cuore. E' come nel monologo di Freccia


Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa

Ce ne saranno altre belle in maniera diversa, e forse è questo quello che più di tutto all'inizio facciamo fatica a buttare giù. Come quando ti dicono "eh ma adesso che sei sposato/hai un figlio/hai due figli non sarà più come prima": certo che non sarà più come prima, sarà bello in maniera diversa.
E poi via, verso nuove avventure, con un bagagliaio pieno di ricordi e tanto posto per stiparne di nuovi.