lunedì, ottobre 10, 2016

Il mondo delle canzoni per i bimbi per me resta un mistero assoluto: perché sotto una certa età si devono ascoltare solo canzoni appositamente partorite? Il più delle volte si tratta di testi tremendi su melodie tutte simili tra loro e nella mia mente si accende inevitabilmente il ricordo dello Zecchino d'oro e del piccolo coro dell'antoniano che, su ogni canzone in gara, si muoveva molleggiando sulle ginocchia allo stesso ritmo.
Come avrete facilmente intuito da questo cappello introduttivo, la piccola iena in realtà ascolta di tutto: cerchiamo giusto di evitare le canzoni che contengano parole che un bambino di tre anni e mezzo è meglio non ripeta a sproposito e ormai abbiamo capito che è diventato pericoloso. Le sue hit del momento sono "Ti sembra normale" di Max Gazzè e "Il mostro" di Samuele Bersani, che ha anche riscritto di recente mettendoci al posto del mostro uno squalo, perché, ha detto, esistono anche degli squali buoni che hanno paura. Ovviamente non mi aspetto che a tre anni e mezzo comprenda perfettamente cosa sta cantando, però impara un sacco di termini nuovi e sonorità diverse.
Tuttavia, nel desolante panorama della musica per l'infanzia, abbiamo trovato una cosa che davvero ci è piaciuta ed è questo libro qua che abbiamo preso per caso in biblioteca, guidati soprattutto dal titolo curioso.
Il libro in realtà contiene i testi delle canzoni che si trovano sul cd abbinato e, se dovete fare un regalo ad un bimbo che ascolta la musica, ve lo consiglio caldamente.
Le canzoni sono tutte diverse musicalmente parlando, alcune lente, alcune veloci, con sonorità che abbracciano diversi generi musicali e i testi sono carinissimi (potete leggerne alcuni nella scheda del libro che ho inserito nel link qualche riga sopra).
In realtà non era di questo che volevo parlarvi, o meglio non solo. La nostra casa ormai è invasa dalle belle bestie: ci siamo barricati tra queste 4 mura per evitare l'invasione delle cimici. Le vedi alla finestra appoggiate al vetro, basta un attimo di distrazione e te le ritrovi in orbita attorno al lampadario. Stendi i panni sul balcone approfittando delle ultime giornate di sole prima del grande freddo e ti ritrovi nel cesto del bucato più animali che calzini asciutti.
Ti viene proprio da pensare "che animali inutili", ma all'inutilità non c'è mai fine. E lo scopri solo nel momento in cui ti accorgi che l'intestino di tuo figlio treenne è stato colonizzato dagli ossiuri. Ti verrebbe voglia di piangere e passare col lanciafiamme tutta la casa, soprattutto alla luce di quanto ho già spiegato qua. Passi le tue giornate a lavarti le mani e speri di non aver tralasciato qualche superficie sulla quale potrebbe essersi forse eventualmente appoggiato un maledettissimo uovo di verme. Io la mia proposta al marito l'ho fatta: al momento della scoperta bisognerebbe brindare col vermox e scappare di casa, salvo rientrare due settimane dopo, a uova ormai morte ed ecco l'epidemia debellata in modo naturale, senza sprechi di candeggina e kilowatt di svaporamenti. E invece no, aspettiamo qui pazienti le prossime due settimane, nella speranza di non trovare inquilini indesiderati nel pannolino del piccolo guerriero, l'unico della famiglia che, per ovvi motivi, non ha potuto beneficiare della magica medicina.


Tutto nudo senza ossa, senza crosta, molle, inerme
chi è più tenero, chi è più tenero, chi è più tenero di un verme?

sabato, ottobre 08, 2016

Come vi ho già raccontato in diverse occasioni la nostra è una piccola iena musicale e, con l'inizio della scuola materna dell'infanzia, abbiamo deciso di iscriverla anche ad una scuola di musica. Dopo un'attenta analisi dell'offerta e qualche lezione di prova abbiamo scelto la nostra scuola. Ovviamente si trova dall'altra parte di Torino, ma, se alla iena piacerà, sarà un sacrificio che faremo volentieri; per adesso l'abbiamo iscritta al primo mese e poi vedremo come andrà.
Per farci un'idea di quanto offrisse la nostra zona, ieri siamo andati ad una lezione di prova organizzata da un'associazione che opera nei locali di una scuola primaria. Ripeto, nei locali di una scuola primaria.
Non sono riuscita a non fotografare il cartello che campeggia sugli armadietti all'ingresso della scuola stessa: un ottimo biglietto da visita per i genitori.
Scusate per la foto oscena, ma non volevo neanche dare troppo nell'occhio :-)


lunedì, ottobre 03, 2016


Prendo ispirazione da una cosa che mi è stata detta la scorsa settimana per dire la mia su un argomento che mi sta toccando molto da vicino e per farlo inauguro un nuovo tag che userò per raccontarvi la mia opinione squisitamente personale: my two cents.
Mi ritengo una mamma fortunata per tanti motivi: il primo che mi viene in mente è quello di avere la possibilità di passare molto tempo coi miei figli, ma subito dietro ci metterei il non aver incontrato alcuna difficoltà nell'allattare né la piccola iena né il piccolo guerriero.
Non sono una fanatica della tetta, penso che la cosa più importate sia sempre la salute mentale della mamma, ma penso anche che le mamme vengano molto abbandonate a loro stesse nei primi giorni di vita del bambino. Le mamme della mia generazione difficilmente ci hanno allattato al seno con profitto e si è un po' perso quel "trapasso di nozioni" che invece era sempre avvenuto in precedenza. Ci affidiamo quindi alle infermiere del nido del punto nascita prima e al pediatra poi, nella speranza di ricevere qualche consiglio e qualche dritta utile a far sì che i nostri capezzoli non inizino a sanguinare prima che il nostro frugoletto abbia compiuto le sue prime 24 ore di vita. Più mi guardo intorno e più penso che, come in molti aspetti della vita, si tratti principalmente di una questione di culo e congiunture astrali felici, incontrare le persone giuste al momento giusto e sentirle dire quello di cui abbiamo bisogno.
Come avevo già scritto qui non ho amato particolarmente allattare la piccola iena e posso dire che la situazione col piccolo guerriero non è cambiata molto, anzi, è pure peggiorata perché lui col ciuccio si fa venire i conati di vomito e il suo ciuccio sono io. D'altro canto mi rendo anche conto che questa è la cosa migliore che adesso gli posso dare e quindi lo faccio, anche se a volte mi costa davvero taaaanta fatica.
Il primo pregio che riconosco all'allattamento al seno è la praticità: latte sempre pronto, alla giusta temperatura, senza tanti impazzimenti e senza uscire di casa con una valigia di roba: bastiamo io e una bustina con un cambio perché il piccolo guerriero si possa godere un po' di aria. Poi è economico, naturale, a rifiuti zero e basso impatto ambientale :-)
Prima che nascesse la piccola iena pensavo che mi sarei vergognata ad allattarla fuori dalle mura domestiche, poi invece non mi sono mai posta il problema, forse perché, adesso come allora, le mie tette non le sento tanto come una parte del mio corpo, ma piuttosto come un'appendice del mio bimbo e come tale non mi fa nessun effetto tirarla fuori nei posti più assurdi, quando il piccolo guerriero ne ha bisogno.
Questa è la settimana dell'allattamento materno e invece del flash mob in piazza, mi piacerebbe vedere più locali "amici dell'allattamento", dove non ti guardino strano se allatti o se chiedi che ti scaldino il biberon. Stesso discorso per l'angolo per i bimbi: al Salone del Gusto o all'interno di altre grandi manifestazioni è sempre ben accetto, ma perché non crearne un paio anche in centro città, vicino alle vie dello struscio o al parco? Sarebbero un bell'incentivo per tutte quelle mamme che, alle prime uscite, cercano un porto sicuro dove potersi fermare un attimo coi propri bimbi senza dare troppo nell'occhio.
Poi però guardo l'altra faccia della medaglia e penso che forse ci vuole anche questa settimana, coi suoi incontri e il suo flash mob. Ci vuole soprattutto per persone come quella che ho incontrato sabato scorso mentre passeggiavo al Valentino in occasione del Salone del Gusto. Mi stavo dirigendo a passo spedito verso il famoso angolo dei bimbi al borgo medioevale, avevo in braccio il piccolo guerriero che era appena esploso in uno dei suoi pianti disperati mix di sonno e fame; mi incrocia una signora. "Povero bimbo, senti come piange, forse ha fame" Sguardo misto pietà/rimprovero alla mamma "Bisognerebbe sempre girare con un biberon dietro". Mio marito ha detto che sono stata troppo gentile e paziente a spiegarle che stavo andando ad allattarlo; se avessi avuto più prontezza di spirito avrei potuto dirle che il biberon ero io. Oppure che bisognerebbe anche girare sempre con una banana in borsa, per infilarla in bocca alla gente che non è capace di farsi una bella sportina di fatti propri.