mercoledì, novembre 14, 2018

Time is money

Tutto ciò che ci circonda ci invita a correre, a fare le cose in fretta, siamo perennemente in ritardo. Il tempo è importante, va sfruttato e sembra non essere mai abbastanza: c'è sempre un'urgenza, una scadenza e bisogna correre perché il tempo non torna indietro. Il 13 novembre 2018 è oggi e adesso e questi minuti che sto passando al portatile non torneranno più, nessuno me li restituirà: il tempo usato non si compra e non si vende.
E il tempo dei nostri figli? Quello, almeno ai miei occhi, è ancora più importante: avranno questa età solo una volta nella vita e mi piacerebbe che possano goderne nel modo migliore ed è anche per questo che organizzo le mie giornate in un certo modo, per far sì che ci sia sempre spazio per fare qualcosa insieme, per divertirci e poterci costruire dei ricordi, per vivere davvero.
Questa mattina ero a passeggio da sola, avevo un paio di commissioni super frivole da fare e me la sono presa comoda: sono passata da un bar che ti permette di uscire con una gigantesca tazza di te caldo da passeggio (per me la coccola massima) e poi mi sono lanciata in un paio di negozi. Il poco tempo a mia disposizione non ha portato molto frutto: cercavo due cose e non le ho trovate, ma, non so perché, mi sono messa a riflettere. Volevo scrivere un post che non fosse solo una lamentela per come funzionano le nostre scuole pubbliche, ma che mi permettesse di dare una chiave di lettura diversa dalla sterile polemica, una chiave di lettura più importante e anche più grave, se vogliamo.
La iena frequenta l'ultimo anno della scuola dell'infanzia: ogni mattina lo porto qui vicino, a 300 metri da casa, in una piccola scuolina con un un'unica sezione di infanzia e un ciclo di elementari. Io amo i piccoli numeri e la possibilità di avere una realtà di questo tipo vicino a casa era per me il massimo.
Negli anni scorsi ho iniziato a capire come funziona il mondo della scuola: soldi che mancano, servizi che latitano, attività extra a pagamento, personale non docente invadente e personale docente che non sempre è adeguato al ruolo. L'anno scolastico passato, ad esempio, la iena ha avuto una supplenza annuale da brividi e io, per cercare di mettere una pezza ad una situazione che, soprattutto dalla primavera in avanti, era diventata davvero insostenibile, la andavo a prendere prima certi giorni e certi altri non la portavo affatto a scuola. E' stata dura, ma mi dicevo "l'anno prossimo sarà tutto diverso". Solo ora mi rendo conto che le pezze messe, il tempo passato aspettando giugno e sperando che a settembre sarebbe stato meglio è stato tempo che è stato rubato alla iena, ai suo compagni di classe e a noi genitori. Tempo che poteva essere speso perché questi bambini potessero costruirsi dei bei ricordi facendo esperienze che li avrebbero arricchiti, come è giusto che la scuola faccia. E l'amaro in bocca per questa situazione purtroppo non è passato con la fine dello scorso anno scolastico perché la scuola è iniziata da due mesi e la situazione, se vogliamo, è solo peggiorata.
E' stato ed è ancora un autunno molto mite- oggi, ad esempio, fa davvero caldo- ma il cortile della scuola non è agibile perché le piante non vengono potate e i rami sono diventati pericolosi, quindi non si può uscire in giardino, ordine della dirigente. La scuolina della iena è ancora in attesa di una maestra, una persona con cui quella che è già di ruolo da diversi anni possa lavorare bene per far fare ai bambini delle belle cose, cose che li aiutino a crescere e a costruirsi il loro bagaglio di ricordi, cose che possano rendere fecondo il tempo speso a scuola. La domanda che da mamma non posso non farmi è: chi è il responsabile di tutto questo? Chi sta privando i nostri figli del loro tempo e della possibilità di poterne godere nel migliore dei modi? Posso fare qualcosa per aggiustare le cose? Quando sento racconti di belle esperienze nella scuola pubblica, lo ammetto, sono sempre un po' invidiosa: è giusto che si tratti di una specie di lotteria? E quanto altro tempo dovremo aspettare prima che la situazione si normalizzi? Spero ancora poco, qualcosa si sta muovendo, ma aspetto a cantare vittoria. Anche quest'anno sarò la rappresentante di classe: avevo giurato a me stessa che non l'avrei rifatto e invece ci sono cascata di nuovo. Un po' che non c'era proprio la lista di genitori desiderosi di coprire il prezioso incarico- strano- un po' che la situazione contingente mi ha fatto desiderare di essere in prima linea. Ho pensato anche al tempo: tutto sommato per me è molto più facile gestirlo e dedicarlo anche a questa cosa rispetto ad una mamma lavoratrice e mi fa piacere usarlo non solo per i miei figli.

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