Pomeriggio di ottobre
Complici la bella giornata e la temperatura mite, ieri pomeriggio dopo l'asilo ho portato i bimbi al giardinetto con la mia taga bike.
Odio i giardinetti super affollati: c'è troppo caos e mi perdo la iena e il guerriero, che, alla fine, è più il tempo che si passano in fila o a litigare per un posto sull'altalena che altro. Ieri per fortuna la situazione era super tranquilla: coppia di nonni con bimba di 3 anni e nonno con bimbo di 5 anni. Il nonno ha fatto 200 foto alla mia bici, il nipotino invece ha giocato con la iena, mentre il guerriero cercava di spiegare alla bimba di 3 anni che il camion del giardinetto è, nello specifico, un camion dei pompieri e non un autobus come voleva fargli credere lei con l'immancabile supporto dalla nonna.
Ad un certo punto è passata di fianco al giardinetto un'allegra comitiva di giovincelli con un neo laureato dotato di apposita corona di alloro. L'ho fatto notare alla iena: "ehi guarda, c'è un altro laureato, ne abbiamo visti tanti anche nei giorni scorsi": tra pochi giorni sarà il turno di una delle mie sorelle quindi lo faccio già entrare nel mood festaiolo. La nonna della bimba mi sente e se ne esce con una battuta tipo "poveri ragazzi, non c'è molto da ridere". Mala tempora currunt, è vero, ma proprio per questo penso che sia indispensabile per le nuove leve rimboccarsi le maniche e farsi largo nel mondo del lavoro, della politica, della società civile: abbiamo davvero bisogno di loro perchè il futuro che mi ha raccontato la piccola iena lunedì sul tram possa realizzarsi. La iena sogna auto coi pannelli solari, treni volanti e nuovi pianeti da scoprire ed esplorare. Addio global warming: il mondo non sarà più inquinato e non si produrranno più rifiuti. Mi sa che siamo davvero all'ultima chiamata perchè i suoi sogni si possano realizzare e lo spirito della nonna di cui sopra non è quello di cui abbiamo bisogno.
Storia Universale (Gianni Rodari)
In principio la Terra era tutta sbagliata,
renderla più abitabile fu una bella faticata.
Per passare i fiumi non c’erano ponti.
Non c’erano sentieri per salire sui monti.
Ti volevi sedere?
Neanche l’ombra di un panchetto.
Cascavi dal sonno?
Non esisteva il letto.
Per non pungersi i piedi, né scarpe né stivali.
Se ci vedevi poco non trovavi gli occhiali.
Per fare una partita non c’erano palloni:
mancava la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni.
Anzi a guardare bene mancava anche la pasta.
Non c’era nulla di niente.
Zero via zero, e basta.
C’erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare
e agli errori più grossi si poté rimediare.
Da correggere, però, ne restano ancora tanti:
rimboccatevi le maniche, c’è lavoro per tutti quanti.
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