mercoledì, dicembre 13, 2017

just the two of us

Una volta mia mamma mi ha detto che le piaceva il nostro modo di vivere molto libero e senza vincoli di orario: il non dover rendere conto a nessuno agli orari dei pasti. Ci pensavo ormai due settimane fa, mentre tornavo a casa dopo il colloquio con le maestre della piccola iena: alla luce anche di quello che mi hanno detto pensavo alle nostre mille avventure urbane e pensavo soprattutto alla mia vita di adesso. Col piccolo guerriero le avventure urbane sono decisamente di meno e la cosa mi dispiace molto: la mia vita è cambiata, ho più vincoli di orario e il guerriero è molto meno malleabile della iena. Ha un ritmo sonno veglia del tutto imprevedibile, non ho ancora capito cosa mangia perché se ci sono io nel raggio di qualche metro lui vede solo latte e faccio davvero molta fatica ad organizzare qualcosa per noi due solo per il piacere di fare qualcosa, senza una commissione da incastrare.
Le maestre della piccola iena mi chiedono di fare esattamente questo proprio con lui, che è sempre stato il mio compagno di avventura. Perché da quando è arrivato il guerriero è diventato un gregario e forse l'ho un po' messo da parte, delegando anche la mia parte di lavoro al programmatore e dedicandomi anima e corpo -nel vero senso della parola- al guerriero.
Così me ne sono tornata a casa pensando a come avrei potuto incastrare un pomeriggio soli, io e la iena, senza il guerriero sempre a caccia di attenzioni. Pensa che ti ripensa l'unica idea che mi è venuta è stata quella di sfruttare il nostro fine settimana lungo a Cesena per fare qualcosa di carino insieme e sabato pomeriggio ce ne siamo andati ad un laboratorio alla biblioteca malatestiana. Ci siamo divertiti molto, mi sono divertita molto, per una volta libera dal pensiero "chissà cosa farà il guerriero nei prossimi 10 minuti?". Abbiamo raccontato storie, riso, passeggiato e siamo anche passati a salutare i miei nonni; abbiamo fatto le cose che solo un paio di anni fa mi sembravano assolutamente normali, ma che adesso definirei straordinarie.
E' proprio vero che non sappiamo riconoscere le cose speciali quando le abbiamo sempre sotto il naso: c'è stato bisogno di una tirata d'orecchie da parte delle maestre per capire che quello che mancava a me mancava anche a lui. E che entrambi ne avevamo davvero bisogno.

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