lunedì, novembre 13, 2017

Come eravamo


Il mese prossimo compirò 36 anni (poi ditemi se è normale che ogni volta che lo dico o lo scrivo debba farmi i conti per non dire scemate, lo faccio da sempre e le poche volte che ho risposto alla domanda senza pensarci ho sbagliato) e in fondo mi sento ancora una adolescente al liceo, nella mia testa non ho mai abbandonato quel periodo. Quando incontro orde di studenti sul bus però mi scontro con la terribile realtà: non sono più quella cosa lì. Sono lontani i tempi in cui non portavo la canottiera e giravo con la schiena nuda anche in inverno, coi calzini alla caviglia e le sneakers bucate anche con 5 gradi. Quest'anno mi sono scoperta freddolosa: fuori c'è ancora una temperatura più che decente e io sono già arrivata alla giacca più pesante che possiedo. Sto meditando l'acquisto di un piumino tecnico super performante per sopravvivere all'inverno.
Gli anni del liceo per me sono stati quelli delle grandi scoperte musicali - scoperte mai condivise con nessuno - e dei concerti saltati per mancanza di compagnia. Curioso come le scoperte di allora mi accompagnino ancora oggi: se ne è accorto anche Spotify che mi consiglia continuamente playlist anni 90. Io sono ferma lì. Adesso ai concerti ci vado, spesso in compagnia della famiglia, a volte da sola - come l'altra sera al Colosseo per Carmen Consoli - ma è indubbio che anche loro, i miei idoli indiscussi di ieri e di oggi, non sono più quelli di una volta.
Samuel ha perso i capelli e, se anche non posso dire lo stesso di Manuel Agnelli, il merchandise degli Afterhours si è arricchito di body 6-12 mesi e magliette per bambini che ti fanno capire che anche la fanbase è invecchiata. O molto ringiovanita, a seconda dei punti di vista. Carmen Consoli ha messo da parte la sua chitarra elettrica rosa per un tour acustico (meraviglioso a mio avviso, se capitate a tiro andate!) e tra una canzone e l'altra spende sempre una parola per il figlio. E questo è quello che siamo diventati.

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