sabato, dicembre 10, 2016

La mia Berlino - parte seconda

Di informazioni turistiche sulla città, cosavederecosafaredoveandare, ne è piena la rete. Vorrei invece spendere due parole sull'impressione che mi ha fatto questa città, per quel poco che abbiamo potuto vedere in questi 2 giorni. Farò una sorta di elenco puntato per evitare di dimenticare per strada qualcosa: non sarà nè elegante nè poetico, ma sicuramente efficace.
  • Fiat lux: ok che siamo in inverno, ma qui il sole sorge alle 8 e tramonta poco prima delle 16, come recita google. Alle 16,30 ti viene già voglia di mettere il pigiama e alle 17 vorresti cenare piuttosto che fare merenda. Le giornate sono davvero cortissime e inizio un po' a soffrire questa cosa. I primi due giorni c'è stato un po' di sole, ma il suo arco nel cielo è così basso che in certe strade neanche arrivavi a vederlo. E niente, a me sta cosa mette un po' di tristezza.
  • E' Nataaaale anche qui: nelle altre città che avevo visitato in questo periodo dell'anno era impossibile non notare le luminarie natalizie. Penso a quelle spettacolari che ho visto a Londra, penso alle nostre bellissime luci d'artista e anche la mia Cesena non scherza. Qui invece le luci per strada sono davvero poche rispetto a quello che potrebbero essere; questa assenza viene però bilanciata dalle bellissime luminarie che praticamente tutte le case hanno ai balconi e alle finestre. Stelle di carta, candele di tutti i tipi montate su quadretti di legno, presepi rotanti e chi più ne ha più ne metta. Ogni balcone una festa.
  • Ubriachezza giovanile molto presto nel mattino: sul tram, sul treno, per strada, ovunque: qua tutti hanno sempre una bottiglia di birra in mano. E' impossibile non notarlo, così come, almeno per me, è impossibile non sentire il fiato delle persone che puzza di alcol a qualsiasi ora del giorno e della notte. Forse lo fanno anche per sopravvivvere al punto uno, però anche questa cosa mi ha messo parecchia tristezza. Ma tutta questa birra che scorre a fiumi gli ha anche fatto venire delle belle idee a sti tedeschi...
  • Vuoto a rendere, depositi e vuoto a perdere: il rebus della raccolta differenziata. In questi giorni ho dato sfogo a tutte le mie voglie più nascoste in fatto di separazione dei rifiuti. Ho anche chiesto a mio marito di spiare i cassonetti gialli nel cortile condominiale per capire cosa ci si poteva buttare dentro che non volevo fare brutta figura. In realtà le direttive locali non sono poi tanto diverse da quelle nostrane, eccetto per una cosa: le bottiglie di vetro e di plastica delle bevande. Al discount dietro casa un fardellino da 6 bottiglie da 0,5 litri di acqua con le bolle costa 0,65 euri+1,50 di deposito. Alla cassa si pagheranno quindi 2,15 euro in totale, ma basterà riconsegnare i vuoti nell'apposita macchinetta presente in ogni supermercato per ricevere uno scontrino del valore del deposito da spendere all'interno del negozio. Queste bottiglie sono dei vuoti a perdere per certi versi: il conferimento presso il punto vendita e il gioco del deposito favorisce semplicemente una migliore gestione della catena di riciclo della plastica. La cosa sconvolgente per me è stata scoprire che esistono davvero invece i vuoti a rendere di plastica, ossia bottiglie che vengono semplicemente lavate, nuovamente riempite ed etichettate, per poi tornare sugli scaffali. Per queste bottiglie c'è un'altra apposita macchinetta divoratrice che dispensa 0,15 euri per ogni vuoto conferito. Magia.
  • Inglese, questo sconosciuto: ora, non mi aspettavo di trovarmi ad Oxford, dove, tra l'altro, avrei dei seri problemi a farmi comprendere :-D però, trattandosi di una città comunque abbastanza turistica, pensavo che non avrei avuto difficoltà a farmi capire con il mio inglese scolastico. Il primo giorno sono caduta dal pero quando ho scoperto che qua, non so se per pigrizia, per orgoglio o proprio per non padronanza del mezzo (credo più le prime due), l'inglese lo parlano davvero in pochi. Oggi volevo chiedere una banalità ad una commessa di Primark in Alexanderplatz e, quando le ho formulato la domanda, ha iniziato a scuotere la testa e le mani e ha borbottato qualcosa del tipo che l'inglese non lo parlava. Le avevo chiesto se avevano anche dei leggins bianchi, una domanda che, di fronte allo scaffale dei leggins, avrebbe forse compreso anche samu.
  • Berlino è una piccola Torino: mi sta venendo la malattia dei miei suoceri, ossia paragonare il resto del mondo alla città sabauda per poi concludere che tutto il globo assomiglia al nostro cortile. Ieri ho passeggiato un po' per il nostro quartiere, Prenzlauer Berg, e non ho potuto non notare quanto assomigliasse per certi versi a san salvario. E, quando alla fine del mio giro sono finita qua dentro, complice anche le casette dell'ennesimo mercatino di Natale, non ho potuto non pensare al cortile del maglio. Insomma: quasi due ore di volo per restarmene a casa :-D sto proprio diventando vecchia.
Direi che al momento non mi viene in mente molto altro, nei prossimi giorni vorrei scrivere un post di pubblica utilità su come sopravvivere alla febbre di una piccola iena in un paese straniero e senza padronanza della lingua, ma con l'immensa fortuna di avere una carta di credito. Questo per dire che viaggiare coi figli piccoli si può fare, ma bisogna essere poi pronti a passare due giorni tappati in appartamento...

0 commenti:

Posta un commento