lunedì, luglio 13, 2020

venti venti

Questa mattina sui social è tutto un fiorire di in bocca al lupo agli studenti che, in questo 2020 così pazzo, si troveranno ad affrontare un esame di maturità come non era mai successo.
Quest'anno non ci sarà il solito scambio di opinioni con la mia amica di sempre sui titoli di temi e "e tu cosa avresti scelto?", non potrà uscire una versione di latino tipo quella di allora: i maturandi avranno un esame decisamente diverso da quello che fu il nostro, venti anni fa.
Il mio problema con la maturità è che mi sembra di aver sostenuto l'esame il mese scorso, ed è così da 20 anni: ho 19 anni da 20 anni praticamente.
Non sono mai stata una studentessa modello, gli anni del liceo sono stati intensi, ho coltivato le mie passioni e ho dedicato decisamente più tempo ad altro che non allo studio, almeno per quel che riguarda le materie che a fatica mandavo giù. Ancora oggi sogno il rientro a scuola a settembre e la paura di non ricordare più nulla di tutto quello fatto l'anno prima, di non essere più in grado di tradurre una sola riga del primo compito in classe dell'anno.
Mi ero però messa in testa una cosa: alla maturità dovevo fare una figura decorosa e ho deciso di impegnarmi molto per perseguire il mio scopo. Avevo preparato una tesina molto carina e in linea con i miei interessi, avevo studiato molto e mi ero esercitata, sapevo di poter fare bene. Di tutto quello studio il ricordo che mi resta è soprattutto quello passato con i miei compagni di classe, coi quali ho condiviso gioie e dolori, appunti e riassunti, momenti di tensione e risate, la voglia e il bisogno di farcela insieme a superare questo scoglio. Perché in fondo per me era quello, uno scoglio da superare per arrivare al mare aperto, a quello che sarebbe stato della mia vita: cosa sarei diventata? Cosa avrei voluto per me? In fondo in quel preciso momento, in quel mese di giugno 2000 era ancora tutto da scrivere, era solo energia potenziale.
Quest'anno mi sarebbe piaciuto molto ritrovare i miei compagni di classe, sarebbe stato bello scoprire dove ci ha portati la vita in questi 20 anni. Di alcuni ho completamente perso le tracce, di altri so qualcosina, altri ancora sono le amiche di sempre: tutti ormai siamo diventati grandi, una cosa che 20 anni fa sembrava così lontana nel tempo e invece adesso è già qui.
In bocca al lupo agli studenti del 2020: credo che la me diciannovenne avrebbe sofferto molto la situazione in cui vi siete trovati. L'ultimo anno del liceo per me è stato soprattutto relazione, prima ancora che studio e nozioni; è stato l'anno in cui ho capito che forse è vero che nessuno si salva da solo.

(Sì, lo so avrei dovuto cliccare su "pubblica" un mese fa, quando l'ho scritto. Mi sembrava mancasse un finale e invece, rileggendolo oggi, mi sembra perfetto così)

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