domenica, luglio 26, 2015

Una mattina al museo

L'avrete letto su tutti i giornali: con quest'afa meglio non uscire durante le ore più calde, bere tanto, mangiare frutta e verdura e passare un po' di tempo al fresco. Noi l'aria condizionata a casa non ce l'abbiamo e stare in casa con una piccola iena in queste giornate non è semplice: lui vorrebbe uscire con la bici e io vorrei solo buttarmi in qualche posto con una temperatura ambiente intorno ai 25/26 gradi e bere un litro di acqua ghiacciata e con le bolle.
Mercoledì mattina ho pensato di organizzare una gitarella e no, non siamo andati al solito centro commerciale come scrivono i famosi articoli di giornale coi consigli di sopravvivenza al caldo torrido. Armati di zainetto e di scimmietta siamo andati a visitare nientepopodimenoche il Museo Egizio.
Da quando aveva riaperto nel mese di aprire non eravamo ancora andati a vederlo, o meglio, io e mio marito non eravamo andati, mentre la piccola iena era andata a fare un'incursione un pomeriggio quando sono venuti qua una delle mie sorelle e mio cognato un paio di mesi fa.
Ovviamente delle collezioni del museo non potrò raccontarvi molto, diciamo che la visita con un bimbo di due anni e mezzo (con l'aggravante dello spannolinamento fresco) al seguito non permette di leggere neanche una didascalia, però volevo raccontarvi come ci eravamo organizzati e che impressione mi ha fatto.
Da poco (molto poco credo, perchè passo spesso in quella zona e non avevo ancora visto) hanno rimosso tutta la parte esterna del cantiere e adesso via accademia delle scienze sembra enorme e l'ingresso del museo fa davvero la sua porca figura. Se vi ricordate la pulciosa biglietteria sulla sinistra, con quei due tristissimi gabbiotti... dimenticatela.



Dal portone di ingresso si entra in un cortile interno e da lì si imbocca una scala mobile che porta al piano interrato dove c'è la biglietteria. Che, cavoli, sembra proprio una biglietteria da museo internescional con grandi spazi aperti, uno shop, qualche panchina e tanti sportelli. Il biglietto non esiste, vi consegnano infatti un braccialetto di carta che nasconde un RFID (tipo quello dell'antitaccheggio dei capi di abbigliamento di Decathlon, che sta nell'etichettona e va tagliato, pena far suonare l'antitaccheggio di qualsiasi negozio col vostro nuovo reggiseno feel beautiful, una storia vera) attraverso il quale la vostra visita al museo verrà tracciata e sapranno quanto vi siete fermati in una certa sala, quali sale avrete visto per più tempo e quali avrete visto di corsa, in compagnia di chi eravate e altri dettagli simili. Non pensate subito al grande fratello, è un studio che viene fatto in tutti i musei, di solito si utilizzano gruppi campione che vengono "seguiti", mentre così il campione analizzato è rappresentato da tutti i visitatori. La piccola iena si è subito innamorata del famoso braccialetto :-)
Insieme al finto biglietto vi consegnano anche un'utilissima videoguida, un'evoluzione dell'audioguida che permette anche di visualizzare cose; l'ho provata per curiosità di fronte ad una statua e penso che sia davvero un valido strumento per chi vuole farsi una bella visita alle collezioni del museo.
Accanto alla biglietteria è a disposizione un guardaroba a pagamento (1 €), dove però non abbiamo lasciato il nostro prezioso zainetto perchè conteneva diverse cose che volevo avere sempre dietro. La più importante di tutte era ovviamente il kit del piccolo piscione, ossia un telo in microfibra per tamponare eventuali emergenze, un paio di pantaloncini e di mutande asciutti, una sportina di plastica dove infilare le eventuali cose bagnate e l'oggetto per evitare che tutto questo succeda: il riduttore pieghevole per il WC.
La nostra prima tappa è stata ovviamente il bagno degli egiziani :-) e accanto alle biglietterie, cosa mai vista in un museo italiano, c'è il bagno per i bimbi! Ovviamente siamo andati lì, i WC mi sono sembrati della misura standard, ma i lavandini erano a due altezze diverse e, in quello più basso, la iena si è lavata le mani da sola!
Al piano interrato ci sono poche sale, le prime parlano proprio di come è nata una collezione egizia a Torino e quindi il museo.
La visita prosegue al secondo e al primo piano del palazzo, dove si arriva usando una serie infinita di scale mobili, per la gioia dei vostri bambini :-)
Dei reperti esposti non so dirvi granchè per i motivi di cui sopra, certo sono sparite le teche di legno millenarie con millemila oggetti stipati e i numerini di carta per fare posto a teche in vetro molto luminose, con pochi oggetti, ma sicuramente più valorizzati. So che ve lo stavate chiedendo: sì, le mummie dei gatti ci sono ancora e sono una delle due cose che sono rimaste impresse al mio bimbo, insieme ai "sandali rotti" presenti in molti corredi funerari. Vagli a spiegare che hanno 4000 anni!
Al termine del percorso consigliato si finisce al buio, come ha detto la iena: si entra infatti nello statuario già progettato da Dante Ferretti in occasione del restyling olimpico del museo. Molto bello e di impatto, sempre un piacere da rivedere.
E così la nostra visita è volta al termine e, dopo l'ennesima pausa pipì siamo usciti molto soddisfatti della nostra mattinata culturale.
Sul sito del museo trovate tutte le informazioni necessarie per la visita, orari di apertura, costi dei biglietti e tutto quello che vi può servire per organizzarvi.
Alla prossima giornata torrida non chiudetevi alle Gru, unitevi ai turisti italiani e stranieri che in queste giornate affollano la nostra città e andate a vedere qualche meraviglia torinese: cibo per la mente e per il cuore.

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