mercoledì, giugno 10, 2015

Scripta volant, verba manent

Mio marito ieri sera ha convenuto con me che questo post potrebbe aiutarmi ad esorcizzare la mia frustrazione, così vedo se ci riesco.
Io sono molto disordinata, troppo disordinata, però per certe cose sono maniacale. La sera non posso andare a letto serena se le cose nella stanza della piccola iena non sono tutte al loro posto, per dirne una.
Per cercare di dare un senso al nostro corridoio 3 mesi fa abbiamo deciso di acquistare una bellissima libreria, grandissima, spaziosissima, costosissima, tutto issima insomma.
In questi tre mesi l'abbiamo aspettata con ansia, pensando a come sarebbe stato bello averla lì nel nostro corridoio accampato, pensando a come avrebbe contenuto la montagna di libri con la quale conviviamo, a come avrebbe ridisegnato i nostri spazi in una forma più stabile e meno da campeggio. Adesso la guardo, proprio qui davanti a me, e non posso non pensare a quello che, verosimilmente, ho combinato: mentre svuotavo vorticosamente quella vecchia ho buttato per errore delle cose importanti.
Le tenevo tutte in basso a sinistra, nell'antina a vetro che era in alto, nel corpo centrale di quello scaffale ikea che per quasi 10 anni ha occupato il nostro corridoio. Ho tirato fuori tutte le cianfrusaglie che c'erano dentro e le ho messe in uno scatolone, ma quelle cose no, erano troppo importanti per lo scatolone. E Dio solo sa dove le ho appoggiate per essere, appunto, verosimilmente finite insieme a della carta da buttare.
Quali erano queste cose importanti? Sicuramente c'era lo scontrino della nostra scopa elettrica Dyson con pochi mesi di vita (dicono che questi aspirapolvere siano eterni, speriamo che arrivi almeno al compimento dei due anni di vita), le stampe dei biglietti per Expo che abbiamo comprato ad aprile (e per fortuna che ce li hanno anche inviati via mail), un buono da 25€, ultimo superstite del blocchetto ricevuto da mio marito per Natale in azienda, dei fogli relativi a regali che ci erano stati fatti. Queste in realtà erano le cose meno importanti, quelle della quali in fondo posso anche fare a meno.
Le cose veramente importanti erano tutti i bigliettini di auguri che avevo conservato in questi anni, miei e di mio marito. Lui ha questa cosa che non credo mi abbia mai comprato un biglietto di auguri in un negozio, li stampava in pausa pranzo con immagini assolutamente prive di significato per un profano, ma non per noi. Prima di lanciarli chissà dove ne avevo ripassati alcuni: ce n'era uno con una buccia di arancia, uno con una foto della piccola iena, uno con la centrale elettrica che avevamo visitato qualche anno fa, uno con Tux, il pinguino di linux, che abbatte con un acchiappamosche la farfalla di MSN e sul momento non ne ricordo altri. Il contenuto di questi bigliettini, stringi stringi, era grossomodo sempre lo stesso, ma sempre detto con parole nuove e sempre inerente all'immagine che stava davanti. Vorrei averli tutti imparati a memoria quando potevo farlo, durante tutti gli anni in cui sono rimasti lì dentro quell'antina della libreria vecchia. E' la sicurezza di sapere che quelle cose saranno sempre lì a non farti ricordare quanto invece sono importanti. Io sono sempre stata molto più parca e forse un po' svogliata, gli avevo scritto talmente tante cose quando ancora non eravamo sposati che adesso raramente mi lanciavo in bigliettini e fortunatamente di cose scritte da me ce n'erano poche (dico così perchè non me lo sarei mai perdonato per lui... già adesso penso che, a ruoli invertiti, sarei uscita di testa). Quelli di amici e parenti, non me ne vogliano, in questo momento per me sono passati in cavalleria.
Ho bisogno di quei cartoncini colorati per sapere perchè quasi 10 anni fa ho sposato quest'uomo? No, ovvio che non ne ho bisogno, ma da ieri, quando ho realizzato la cosa (e no, non mi sono lanciata sul bidone condominiale della carta, purtroppo la libreria vecchia è stata svuotata qualche settimana fa, nel mentre sono venuti a dare il bianco), non riesco a non pensarci. E' un chiodo fisso che stanotte alle 4 mi ha anche svegliata e che mi ha ossessionata nei miei sogni. Perchè non ho lanciato tutto in quel dannato scatolone, dal quale le cose sicuramente non sarebbero scappate? Perchè sono stata così distratta proprio mentre maneggiavo quelle cose per me, per noi, così importanti? Continuo a ripetermi in testa il film di quelle giornate passate ad inscatolare cose, ripenso a tutte quelle che ho tenuto, ma che oggi butterei di corsa se potessi riavere il mio mazzetto di bigliettini e scartoffie.
Mio marito è un ingegnere informatico e ha una sola fede: google drive. Inizio a pensare che abbia ragione, i ricordi che non si toccano sono praticamente eterni. Prima di sposarci abbiamo passato due anni e mezzo a scriverci centinaia di mail, so dove sono custodite e so che nessuno ce le potrà portate via da lì. Certo non sono scritte a mano, anzi una lo è - lui me l'aveva scritta a mano e poi scansionata - ma in fondo è la forma o il contenuto che conta? Ho passato giornate intere a rileggere quelle lettere, gli sms che ci scambiavamo e che annotavo su alcuni quadernetti (no, quelli non li ho buttati, sono già al loro posto, nella libreria nuova), ma da quando abbiamo iniziato a vivere la nostra vita insieme non ne ho avuto più bisogno. Quelle parole erano racconti di vite lontane nello spazio e anche nel tempo, erano promesse di cose che sarebbero successe e, quando finalmente la vita da raccontare è diventata una sola, non ne ho avuto più bisogno. Però le conservo e so che sono lì, tutte. Tutte tranne alcune, che si sono perse, che io ho perso perchè sono distratta, perchè non sono stata capace di prestare attenzione alle uniche cose veramente importanti che ho maneggiato in quelle giornate dense di scatoloni e di cose da archiviare.
Oggi però è un giorno nuovo, basta piangersi addosso (nel vero senso della parola, ahimè... per certe cose ho la lacrima facilissima), basta pensare a quello che ho perso e che non tornerà e concentriamoci sul presente.
Guardo il mio corridoio, guardo la nostra nuova libreria ancora da completare (quando mai vi è successo che il montaggio di un mobile andasse bene al primo colpo? Mancano sempre dei pezzi... vai a capire perchè!) e penso ad una nuova storia da scrivere, scaffali vuoti da riempire, nuovi libri da comprare e da scambiare e nuove foto da mettere in mostra in quella vetrinetta che sembra fatta apposta.
Tra qualche mese sarà il nostro decimo anniversario di matrimonio, dieci anni che sono volati, ma sono anche scritti con un inchiostro indelebile. Su un bigliettino che non può essere buttato.

Poi prometto che tornerò a scrivere di scemate, ho già composto un paio di poesie atroci che forse meritano di essere pubblicate.

1 commenti:

Marica
sabato, giugno 13, 2015

Oh no!!!!!!!!
Anche io sono disordinatissima, come te... E tante cose non so dove sono andate a finire traslocando da roma a san diego, ma anche prima da roma a roma... Tipo la trascrizione degli SMS di michele , sob!!

Io spero ancora che i tuoi bigliettini dispersi saltino fuori in qualche modo :-)

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