sabato, novembre 05, 2016

Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori

Allora, non vorrei cantare vittoria troppo in fretta, ma sembra che le belle bestie se ne stiano andando: le cimici mi sembrano meno aggressive, gli ossiuri non si sono ripresentati e io colgo l'occasione per ritornare a parlare di rifiuti, visto che mi ero ripromessa di scrivere anche un post sulla raccolta dell'organico.
Partirò da un episodio divertente: quando lavoravo, parallelamente alle attività sui rifiuti e la raccolta differenziata che svolgevo al mattino nelle scuole, avevo in calendario anche incontri serali aperti ai cittadini. Tutto quanto ruotava intorno alla presentazione della fantastica compostiera che il cittadino avrebbe potuto richiedere al comune per praticare il compostaggio domestico ed avere così un piccolo sconto sulla tarsu/tari o come diavolo si chiamava all'epoca. E voi direte: è una cosa divertente? Il lato comico della faccenda era che io andavo a raccontare queste cose in paesi arrampicati nelle comunità montane della Liguria dove la maggior parte delle famiglie aveva da sempre una buca in giardino dove buttare gli scarti dell'orto e altri rifiuti organici, solo che non la chiamavano compostiera. A volte mi sentivo in difetto: erano quasi tutti più informati di me, soprattutto dal punto di vista pratico della faccenda.
In realtà ormai anche noi animali di città siamo ben informati sui rifiuti organici perchè, almeno qui a Torino, questo tipo di raccolta si fa da parecchi anni.
Partiamo dal tipo di sacchetto: per la scelta del materiale è necessario seguire le indicazioni che vi fornisce l'azienda che eroga il servizio, dal momento che tutto dipende dall'impianto presso il quale il rifiuto verrà conferito. Se c'è una macchina che apre i sacchetti potrete tranquillamente usare quelli in plastica; diversamente sarà necessario un sacchetto biodegradabile e compostabile: niente plastiche oxodegradabili, ma solo mater-bi e simili.
A volte è il gestore stesso che li consegna in dotazione, almeno per le prime forniture; i sacchetti di mater-bi per la raccolta rifiuti ormai si trovano in tutti i supermercati, hard discount compresi.
Una volta posizionato il giusto sacchetto, ecco cosa possiamo buttarci dentro: sostanzialmente tutti gli scarti che escono dalla cucina, quindi frutta, verdura, carne, pesce, buccia del formaggio, guscio dell'uovo, tovaglioli e fazzoletti di carta, carta casa, fondi di caffè e bustine di tè (private delle graffette metalliche, se presenti), sacchetti di carta se sporchi di cibo o bagnati. Immaginate anche voi di avere una compostiera in giardino e pensate a cosa ci buttereste dentro per ottenere del terriccio da usare nei vostri fiorellini da balcone :-) Capire cosa metterci e cosa no è davvero facile: ricordate sempre niente lettiera del gatto e niente imballaggi delle cose che buttate (esempio pratico: la fettina di prosciutto triste e solitaria che vegeta in frigo da due settimane va nell'organico, ma la carta che la avvolge no). Se l'imballaggio che avete per le mani è stato pensato per la raccolta dell'organico lo capirete chiaramente dalle indicazioni riportate sullo stesso: i primi esempi che mi vengono in mente sono alcune stoviglie usa e getta, la carta oleata e i sacchetti che usano i banchi del fresco di alcuni supermercati, alcune bottiglie dell'acqua. Sono casi più unici che rari, ma esistono.
Cosa produce in questo caso il nostro lavoro di perfetti separatori di rifiuti? Facile: terra che, a seconda della qualità del prodotto finito e del tipo di impianto che tratta i rifiuti, verrà utilizzata per scopi più o meno nobili, dalla copertura giornaliera dei rifiuti indifferenziati in discarica fino al concime per piante e fiori.
Prima della fine dell'anno mi piacerebbe chiudere il mio set di post sui rifiuti con un paio di cosucce ancora, spero davvero di riuscirci. Magari il prossimo post arriva prima del mese prossimo :-)

0 commenti:

Posta un commento