martedì, marzo 26, 2019

Con l'anno nuovo sono ripartiti i corsi nella piscina vicino a casa nostra e finalmente la iena e il guerriero hanno iniziato a vestire costumini e cuffie.
Ho imparato a nuotare da grande, io e il programmatore abbiamo iniziato a frequentare la piscina nel 2006 o giù di lì: ci siamo iscritti ad un corso perché lui non sapeva nuotare, io invece sguazzavo senza avere un'idea precisa di come potevo farlo. È stata per me una scoperta bellissima e il nuoto resta ad oggi per me lo sport per eccellenza, da praticare e da guardare. Mi affascinano i nuotatori, gli artisti della bracciata e della gambata, i velocisti che si giocano tutto in due vasche in mezzo ad uno tsunami. Ma ancora di più adoro il mezzofondo e il fondo: loro per me sono i veri eroi, uomini e donne di fatica che spingono il loro corpo a vette per me inimmaginabili. Nel mio immaginario profano di nuotatrice della domenica loro non sono umani e lo penso solo perchè il mio problema più grande è sempre stato il fiato: posso resistere a livello muscolare ad uno sforzo, ma quando manca l'aria proprio non riesco ad avanzare.
La mia nuova forma fisica mi ha dato tutta un'altra linea di galleggiamento e ora faccio molta più fatica a nuotare: la massa da spostare è decisamente calata, ma con essa sono calati anche i miei muscoli e tutti i cuscinetti che, in fondo, mi aiutavano a stare a galla. Faccio molta meno fatica ad inseguire il bus di corsa, a fare le scale, a camminare in salita, ad andare in bicicletta, ma nuotare, che pure continua a piacermi tanto, mi è diventato davvero difficile, non riesco più a farlo come prima e la cosa mi infastidisce non poco. Sicuramente è solo questione di allenamento e la situazione migliorerebbe molto, ma adesso faccio davvero fatica ad organizzarmi e a dedicare il tempo necessario a questa cosa. Mi dispiace, ma ne prendo atto e nel frattempo annego i miei sensi di colpa nel corso di nuoto dei bimbi.
Un capitolo a parte andrebbe aperto sulla fenomenologia delle mamme e delle nonne che accompagnano i figli/nipoti al corso di nuoto, sulle riunioni di famiglia (cane compreso) dietro il vetro per assistere alla lezione dei pargoli, le barbie raperonzolo lasciate sole sotto la doccia con una routine per i capelli da fare impallidire Chiara Ferragni e tutto quello che ho avuto modo di osservare in questi ultimi due mesi. Gente che non è mai entrata in piscina in vita sua probabilmente, però nuotare fa tanto bene e allora ci porto mio figlio e lo aiuto a fare la doccia coi copriscarpe sul tacco 10 e la borsa di lusso che pende dalla spalla. 
La gente per me resta sempre il miglior spettacolo del mondo, ed è pure gratis.

martedì, marzo 05, 2019

Buon anno a tutti i miei pochi lettori, volevo rassicurare tutti dicendo che sì, sono ancora viva, e sì, mi piacerebbe continuare a portare avanti queste pagine. In queste ultime settimane ho pensato spesso a cosa sarebbe successo a questo blog, ma soprattutto al perchè mi ci sono piano piano staccata col passare dei mesi: leggo blog di ragazze e ragazzi che scrivono periodicamente da anni, perchè io no? Mi sentivo un po' come se mi fosse passata la fase di innamoramento e stessi entrando direttamente nella pausa di riflessione, poi ho capito.
Mi sono tornate in mente le cose che ci aveva raccontato il nostro insegnante di scrittura creativa al corso che feci prima della gravidanza del guerriero e del quale vi avevo già parlato qui. Ci aveva detto una cosa che lì per lì non avevo capito fino in fondo, ma che ora mi è chiarissima: che non si scrive con l'ispirazione, ma scrivere è un lavoro che, come tale, va pianificato. Alla fine del corso ci aveva dato un compito: dovevamo scrivere un racconto breve e, tra gli avvertimenti che ci aveva dato, c'era stato proprio questo: di non aspettare un'illuminazione divina per iniziare a scrivere, di non pensare che alle 2 del mattino ci saremmo svegliati in preda al demone della scrittura e avremmo prodotto il nostro capolavoro. E credo sia proprio questo l'errore che ho fatto io con queste pagine: inizialmente mi sono sempre fatta trascinare proprio dal demone, lui arrivava e io scrivevo. E all'inizio arrivava spesso, complice l'effetto novità e la voglia di fare finalmente qualcosa di nuovo, qualcosa per me e solo per me. I mesi passavano, il fuoco si spegneva e piano piano è rimasta solo la cenere: l'ultimo post triste risale a questo autunno e mi sento davvero una cacchetta.
Penso anche a chi ha un canale su youtube: nessuno di quelli che seguo pubblica video a caso, hanno tutti una tabella precisa- orari compresi- e a quella tabella io stessa faccio affidamento, quando saltano un video ci rimango male.
Il buon proposito per i prossimi 10 mesi è cercare di darmi una programmazione, di ascoltare meno il demone, ma cercare di scrivere un post ogni 10 giorni, raccogliendo le idee che mi vengono (e ne ho davvero tante in testa) e impegnandomi per trasformarle in qualcosa di bello, senza lasciare passare le settimane in attesa dell'ispirazione. Scrivere è un lavoro e voglio proprio vedere se riesco a farlo dandomi delle scadenze. E qui scatta la risata. Soprattutto perchè questo post giace parcheggiato nelle bozze da un mese abbondante in attesa di ispirazione per la pubblicazione. Che strazio.