domenica, luglio 10, 2016

L'amore della mamma

In una delle due sale parto che ho avuto occasione di vedere presso l'ospedale dove sono nati i miei bimbi c'era una scritta:

il parto è l'unico appuntamento al buio in cui hai la certezza che incontrerai l'amore della tua vita

Come mamma, dopo essermi confrontata con altre mamme, posso dire che non è sempre così: a volte i primi mesi sono così estranianti che diventa difficile capirlo fino in fondo. Poi effettivamente qualcosa fa clic e penso che ogni mamma possa dire che è vero: quel giorno, dopo nove mesi di attesa e svariate ore di fatica, abbiamo tutte incontrato l'amore della nostra vita.
Ma provo per un attimo a metterci dei panni di un microbimbo: ho passato circa 38 settimane in uno spazio caldo e stretto, bevendo acqua dai mille sapori e ascoltando i rumori attutiti dal liquido. Il battito di un cuore, i mille suoni di un corpo che lavora, musica e tante voci, ma soprattutto una voce. Potrei riconoscerla ovunque quella voce, una voce tra mille, la voce della mia mamma. Ma nient'altro, solo rumori, odori, sensazioni; nulla da vedere, nove lunghi mesi passati in una sorta di mondo parallelo, un sottile strato di cellule a separarci dal mondo esterno, la vita dentro una bolla piena di acqua. Un po' come incontrare una persona su una chat, passare i giorni e le notti a scriversi, scambiarsi canzoni da ascoltare, immaginare una faccia, una casa, una vita, un mondo che non si conosce.
Poi finalmente un giorno cade il muro, crolla il mondo per come lo conoscevo ed inizia una nuova vita: è il momento dell'incontro. Ecco allora chi c'era dietro quelle parole, ecco un viso, ecco una voce, quella voce che fra mille altre avrei potuto riconoscere. Non può che essere amore, questo odore è ciò che mi ha nutrito per settimane, mi ha fatto diventare quello che sono e mi farà crescere ancora adesso, ne sono certo. Ma non mi basta, non posso separarmi da lei, dal suo calore, dal suo profumo, dalla sua voce e dalle sue braccia, sono troppo piccolo e questo mondo è troppo grande, non posso esplorarlo da solo.
Quando siamo innamorati di qualcuno vorremmo che il tempo passato insieme non finisse mai, giorno e notte sempre insieme e per un bimbo appena nato è lo stesso. Loro ci amano non solo perchè siamo la loro unica fonte di sostentamento, ma perchè siamo tutto il mondo che conoscono. I cuccioli d'uomo nascono che non sono autosufficienti e ci metteranno molti anni a diventarlo: non camminano, non sono in grado nè di mangiare da soli, nè tanto meno di procurarsi del cibo o di difendersi: hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro. E loro sanno che questo qualcuno è la mamma, l'essere che hanno imparato a conoscere nel momento esatto in cui hanno iniziato ad esistere.
"I cuccioli non dormono da soli" recita il titolo di un interessante libro di Alessandra Bortolotti che ho letto durante la gravidanza: neanche a noi grandi piace dormire da soli, quando amiamo qualcuno vogliamo dividere tutto con lui/lei, dal risveglio del mattino al sonno della sera.
Quando anche questa notte il nostro piccolo guerriero reclamerà le attenzioni della mamma, vorrà il suo latte e pretenderà di addormentarsi al mio fianco, snobbando il suo sidebed, vorrei ricordarmi di queste riflessioni. Non posso scaricare il mio piccolo guerriero, non posso tradire la sua fiducia smisurata nei miei confronti, non me la sento proprio di non assecondare ogni suo bisogno: è perdutamente innamorato di me e non posso fare finta che non sia vero. Ha bisogno della mia mano per andare alla scoperta del mondo: è un lavoro difficile e duro, ci sono giorni in cui spero che questi mesi passino in fretta e altri in cui so già che rimpiangerò questo legame simbiotico, ma anche questo fa parte del gioco.
E prima che io possa davvero rendermene conto lascerà la mia mano e ne cercherà altre per scoprire nuovi orizzonti, sapendo però che c'è sempre un porto sicuro dove tornare. Come ha fatto la nostra piccola iena ieri sera, quando ha dato la mano a mia sorella e mio cognato ed è andata con loro ad un concerto... ma questa è un'altra storia e magari ve la racconterò nei prossimi giorni.

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